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La Vanita del mondo

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Titolo: La vanità del mondo (dopo la caduta.)

Testo: Ecclesiaste 1:12-14 Io, l'Ecclesiaste, sono stato re d'Israele a Gerusalemme, e ho applicato il cuore a cercare e a investigare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo: occupazione penosa, che Dio ha data ai figli degli uomini perché vi si affatichino. Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento.  

Importante: (Consiglio di leggere il libro dell’Ecclesiaste tutto di un fiato, per avere una giusta comprensione.)

Introduzione: Da quando il mondo è stato contaminato dal peccato, gli uomini si affaticano inutilmente per cercare uno scopo. Il libro dell’Ecclesiaste, scritto da Salomone, è un libro ricco di grandi insegnamenti di vita. Se non è letto nel modo giusto, o se leggiamo solo alcuni capitoli e ci fermiamo, senza leggere l’intero contesto di tutto il libro, potrebbe essere frainteso. Potrebbe fare intendere che Dio ci abbia lasciato in questo mondo solo per soddisfare i nostri piaceri carnali, che poi non portano a nulla e che non vale la pena di vivere. Può sembrare anche che voglia dire di vivere godendo il più possibile di questo mondo, perché tanto dopo la morte non c’è più niente. Oppure si può comprendere che vivere in questo mondo sia noioso, monotono, sempre uguale e stagnante, che ci sono più momenti di sofferenza che di gioia. Comprendendo in questo modo non ci edificherebbe per nulla, anzi ci farebbe deprimere, o addirittura non credere più in Dio. Se invece leggiamo attentamente tutto l’intero libro, ci renderemo conto che è esattamente il contrario e che ci sono veramente degli insegnamenti preziosi per la nostra vita. Salomone, dopo tutte le sue esperienze mondane che lo hanno fatto cadere, si è reso conto, molto probabilmente in tarda età, che tutto quello che aveva ottenuto affaticandosi per averlo, non era altro che vanità e che senza il Signore la vita non ha scopo. Solo con Lui si può essere felici e realizzati in questo mondo. Può sembrare strano che l’uomo più sapiente di questa terra, abbia dovuto passare tutto questo per arrivare a questa “semplice” conclusione. Non dobbiamo dimenticare però che Dio ha sì dato a Salomone la saggezza più di ogni altro uomo sulla terra, ma dobbiamo anche prendere in considerazione che Salomone era pur sempre un uomo con la natura di peccato e che questa natura, nonostante la sua saggezza, lo ha fatto cadere. L’avversario ha fatto in modo che Salomone usasse la sua saggezza, per ottenere tutto quello che questo mondo gli poteva offrire. Ma siccome la sua saggezza non era sua ma un dono di Dio, lo ha fatto anche tornare in sé, scrivendo appunto l’Ecclesiaste, per dare a noi il giusto consiglio di come vivere questa vita, raccontando le sue esperienze, in modo che noi possiamo imparare da esse.


  1. Cosa o chi induce l’uomo ad affannarsi tanto per correre dietro al vento?

La caduta di Adamo ed Eva ha provocato delle conseguenze.  

Gen. 3:16-19: Alla donna disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominerà su di te». Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l'erba dei campi; mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai».

Queste conseguenze hanno causato diversi squilibri che prima della caduta non c’erano:
  1. La donna deve dipendere dall’uomo, e quindi le sue attenzioni sono rivolte verso di lui e non più solo verso Dio.  
  2. L’uomo deve affaticarsi nelle necessita della vita. Di conseguenza le attenzioni non sono più solo verso il Signore, ma verso le necessità materiali del mondo, di come vivere.  
  3. L’armonia che avevano prima con Dio non c’è più, è stata spezzata a causa della caduta.  

Prima le loro necessità e preoccupazioni erano di godere di tutto quello che il Signore gli aveva donato, cioè l’intera creazione, che era a sua disposizione. Avevano il dominio su tutto, gli apparteneva ogni cosa.  

Gen. 1:26 Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

Doveva solo prendersi cura della creazione. Questo non lo avrebbe stancato, ma al contrario sarebbe stato gratificato nel farlo, perché tutto gli apparteneva. Dopo la caduta, l’uomo ha incominciato a cercare cosa lo poteva soddisfare. Non aveva e non ha più il suo cuore rivolto solo al Signore. Per questo motivo la vita diventa vanità, un correre dietro al vento.

Quindi l’uomo perde tutto quello che il Signore gli aveva dato e ne viene in possesso il diavolo:

1G 5:19 Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.

Il diavolo propone a Gesù quando lo tentò nel deserto, di ristabilire l’equilibrio ridando tutto a Lui, a condizione però di essere adorato. Chiaramente Gesù rifiuta e lo scaccia.

Lc. 4:5-8 Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto"».

Fin dalla caduta dell’uomo ad oggi, il diavolo cerca in ogni modo di distrarre l’uomo nel ricercare l’appagamento nel proprio io anziché in Dio e fa in modo che le sue preoccupazioni siano di affannarsi per vivere in questo mondo e vivere al meglio questa vita terrena. L’uomo Più ha e più vuole avere e non è mai soddisfatto. Probabilmente perché inconsciamente l’uomo sa che prima tutto gli apparteneva e che gli è stato tolto, si sente come privato di qualcosa che doveva essere suo, non sa ancora però che Dio gli ha dato il modo per poter riavere tutto attraverso Gesù. Quando si viene a conoscenza di questo, le cose cambiano, avviene un cambiamento, una rigenerazione, torniamo ad avere il giusto equilibrio per poter comprendere quale sia lo scopo che abbiamo in questo mondo aspettando il ritorno del Signore.  

  1. Qual è il vero scopo dell’uomo nel mondo?

  1. Riconciliarsi con Dio. (Col. 1:19-23).

La prima cosa è ritornare ad avere comunione con Dio. Questo lo possiamo ottenere, come ho già detto, grazie a Gesù che ha ristabilito con il suo sacrificio la vittoria sul peccato e di conseguenza sulla morte. Avendo realizzato questo, possiamo incominciare a vivere di nuovo in armonia con Dio una vita di “successo”, se riusciamo a discernere le giuste priorità. (Mt. 16:26 – Lc. 12:16-21). Leggendo questi brani, possiamo notare che l’accumulare ricchezze solo per il gusto di possedere avidamente per soddisfare le proprie voglie, non è gradito da Dio, il quale desidera che condividiamo con gli altri quello che ci appartiene. Non sono le ricchezze di questo mondo che possono appagare la nostra fame di benessere. Il potere, il desiderio di possesso, ha reso l’uomo egoista, questo è forse il male più grave che ha procurato il diavolo facendo cadere l’uomo. Queste cose non appartenevano all’uomo prima della caduta, sono subentrate dopo. (Pv. 11:28). Se si fa una ricerca con la chiave biblica alla parola “ricchezze”, ci sono ben 88 versi di cui la maggior parte di essi dicono che le ricchezze sono un intoppo per l’uomo, perché c’è il pericolo di porre la nostra speranza in esse anziché in Dio. (1 Tm. 6:17). Comprendendo questo ci rendiamo conto che non dipendiamo più da noi stessi ma dal Dio, consapevoli che ci ama e che vuole il meglio per noi e desideriamo di …  

  1. Conoscere il piano che Dio ha per noi. (1 Cor. 7:7 - 1 Pi. 4:10). Questo purtroppo non lo comprendiamo subito, passano anni prima di scoprire quale sia il compito che Dio ci ha assegnato. Magari succede anche che abbiamo già fatto molte cose senza rendercene conto, perché magari sono delle piccole cose che per noi possono sembrare di poca importanza, ma che invece per chi le riceve sono state una benedizione, ad esempio: un incoraggiamento, avere ospitato qualcuno, aiutato a trovare un lavoro, ecc.  

Mt 25:35-36 Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi".

Pensiamo che dobbiamo fare delle cose eclatanti, come fondare delle chiese o missioni, operare miracoli, cose che potrebbero anche accadere se il Signore vuole che le facciamo, però non consideriamo che anche le piccole cose fanno parte dei piani di Dio nella nostra vita. Paolo scrive: (leggere 1 Cor. 12:12-31). Ci sentiremo sempre frustrati e insoddisfatti, anche per molti anni se  non riusciamo a comprendere questo. Quando comprendiamo invece che il nostro compito dipende da come noi siamo stati trasformati dal Signore e che con la nostra semplice testimonianza, le persone che incontriamo vedono Gesù, riusciamo a realizzare cosa significa vivere attraverso la guida dello Spirito Santo.  

  1. Tutti gli uomini possono conoscere i piani di Dio?

A tutti è data la possibilità, ma non tutti hanno un cuore ricettivo. Gesù parlava in parabole perché le persone che avevano il desiderio di conoscerlo, si sarebbero dovuti interessare di conoscere il significato. (Mt. 13:10-15). Non so perché non tutti gli uomini decidono di amare il Signore e seguirlo. Probabilmente perché il diavolo approfitta delle porte aperte che gli uomini gli lascia dovute alle difficoltà della vita, e fa in modo che si ribellino a Dio, la conseguenza è un cuore indurito. Nella Bibbia c’è scritto che Dio a preparato dei vasi a uso nobile e dei vasi a uso ignobile.  

Rm. 9:20-23. Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa plasmata dirà forse a colui che la plasmò: «Perché mi hai fatta così?» Il vasaio non è forse padrone dell'argilla per trarre dalla stessa pasta un vaso per uso nobile e un altro per uso ignobile? Che c'è da contestare se Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza dei vasi d'ira preparati per la perdizione, e ciò per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso dei vasi di misericordia che aveva già prima preparati per la gloria.

Non voglio pensare che Dio abbia fatto di proposito delle persone giuste e ingiuste, penso che gli uomini siano liberi di scegliere, ma parafrasando questi versi si potrebbe dire: “Perché gli uomini sono liberi di fare tutto quello che vogliono, mentre Dio che è il creatore di ogni cosa non lo può fare?” È anche vero che se continuiamo a leggere, Paolo sta parlando dell’indurimento momentaneo d’Israele, in modo che fossero salvati anche gli stranieri. Rm cap. 11 si riallaccia a questo brano. Penso comunque che Dio preconosce la scelta che gli uomini fanno e li usa per far conoscere la sua ira e la sua potenza con quelli che induriscono il loro cuore.  
Il faraone che teneva gli ebrei come schiavi in Egitto è un chiaro esempio di un uomo dal cuore duro che Dio usa per manifestare la sua potenza. (Es. 4:21 – 7:3 – 14:4).

La Parabola del seminatore parla dei diversi terreni, (cuori) dove è seminato il buon seme, (la Parola): “Lungo la strada, i luoghi rocciosi, tra le spine, la buona terra”. Queste sono quattro analogie che descrivono il cuore dell’uomo, le prime tre descrivono una ricezione momentanea, hanno un cuore che non vuole rinunciare al proprio io. Solo quello che riceve il seme nella buona terra è quello che comprende pienamente il significato di essere amato da Dio e di conseguenza si affida a Lui.

Conclusione:

Il tutto dell’uomo. (Eccl. 12:15).Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l'uomo.”

Come già detto, se leggiamo il libro dell’Ecclesiaste senza arrivare a questo ultimo verso, non possiamo comprendere l’intero libro. Infatti Salomone dice: Fai pure tutto quello che è in tuo potere per essere felice, affaticati pure per raggiungere i tuoi obbiettivi, goditi la vita se pensi che dopo non c’è più nulla, ma sappi che non sarai mai soddisfatto finché non incontrerai il tuo Dio. Che il Signore possa farci realizzare appieno la Sua presenza in noi. Facciamo nostra la preghiera dell’apostolo Paolo.  

Ef. 3:14-19. Per questa ragione, io piego le mie ginocchia davanti al Padre del Signor nostro Gesù Cristo, dal quale prende nome ogni famiglia nei cieli e sulla terra, perché vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere fortificati con potenza per mezzo del suo Spirito nell'uomo interiore, perché Cristo abiti nei vostri cuori per mezzo della fede, affinché, radicati e fondati nell'amore, possiate comprendere con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, la profondità e l'altezza, e conoscere l'amore di Cristo che sopravanza ogni conoscenza, affinché siate ripieni di tutta la pienezza di Dio.


Raimondo Ruoppolo.  
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